Microfiltrazione, Ultrafiltrazione o Osmosi inversa: quale scegliere tra questi sistemi di depurazione dell’acqua? 21 Settembre 2023 – Pubblicato in: Depuratori – Etichette: microfiltrazione
Per selezionare il sistema più adatto alle tue specifiche esigenze, è fondamentale comprenderne il funzionamento.
La microfiltrazione, l’ultrafiltrazione e l’osmosi inversa sono tre processi distinti utilizzati nella separazione e nella purificazione di liquidi, soprattutto nell’ambito del trattamento dell’acqua e nei processi industriali.
Ecco una breve descrizione di queste tecniche e quando è consigliato utilizzarle:
Microfiltrazione
La microfiltrazione è un processo di filtrazione fisica che utilizza filtri a carboni attivi in grado di trattenere particelle in sospensione fino a 0,5 micron e un prefiltro a sedimenti che rimuove le particelle più grandi.
La microfiltrazione rimuove anche il cloro, composti clorurati, residui chimici oleosi, di medicinali, anticrittogamici, VOCS ( composti organici volatili), alghe e protozoi, ma non altera la composizione chimica originale dell’acqua, né elimina i microorganismi, come virus e batteri. È raccomandata per migliorare le caratteristiche organolettiche dell’acqua potabile di rete, ma non per depurare le acque provenienti da pozzo, ruscelli o piogge.
Si consiglia di sostituire i filtri ogni sei mesi.
Ultrafiltrazione
L’ultrafiltrazione è simile alla microfiltrazione, ma utilizza una membrana cava, impedendo il passaggio di molecole superiori a 0,01 micron. Il sistema è in genere dotato degli stessi prefiltri dell’osmosi: un filtro in polipropilene per eliminare le impurità più grosse (sabbia, polveri, detriti) e un filtro a carboni attivi per rimuovere cloro, derivati del cloro e molecole organiche.
L’ultrafiltrazione elimina, oltre a tutto ciò che viene rimosso con la microfiltrazione, anche batteri, virus, micromolecole organiche, oli, grassi ecc. E come la microfiltrazione, non modifica la composizione chimica dell’acqua. Si raccomanda di utilizzare questo sistema per purificare e migliorare l’acqua di rete, ma anche per la disinfezione da microrganismi delle acque provenienti da fonti non trattate o di scarsa qualità (pozzi, fiumi, laghi). Tuttavia, non è adatto per ridurre il residuo fisso, in quanto non elimina sali, metalli, sostanze chimiche, arsenico. Pertanto, se dalle analisi dell’acqua emerge la presenza di elementi chimici superiori ai parametri stabiliti dal Decreto Legislativo 31/2001, l’opzione corretta è l’osmosi inversa.
L’ultrafiltrazione, inoltre, può essere utilizzata per il pretrattamento della nanofiltrazione o dell’osmosi inversa, nonché nell’industria del lattiero-casearia, dove viene combinata con la microfiltazione per isolare vari composti del latte, come le proteine, e per rimuovere il lattosio. L’ultrafiltrazione garantisce un latte igienicamente ottimale, senza bisogno di bollitura, e ne prolunga la conservazione. Il latte ultrafiltrato conserva il suo gusto originale, le sue qualità nutrizionali e può essere trasformato in formaggio.
Si raccomanda di sostituire i filtri ogni sei mesi.
Osmosi inversa
L‘osmosi inversa opera in modo diverso degli altri due sistemi di filtrazione. Mentre microfiltrazione e ultrafiltrazione utilizzano filtri che trattengono le impurità, l’osmosi inversa non filtra l’acqua, ma la separa da altre sostanze: una pompa spinge l’acqua attraverso una membrana in grado di filtrare l’acqua fino ad un decimillesimo di micron permettendo il passaggio di acqua purissima. L’acqua scartata contiene i microrganismi e il 90/99% dei minerali, metalli, nitrati, nitriti, fluoruri, arsenico, piombo ecc..
Questi dispositivi includono sempre una prefiltrazione per proteggere la membrana soprattutto dal cloro e dai cloruri che potrebbero accorciarne la vita.
L’osmosi inversa ha numerosi utilizzi, tra i quali:
- Produzione di acqua leggerissima e purissima, rimuovendo sali, ioni, contaminanti chimici, batteri e virus.
- Potabilizzazione di acque contaminate o salmastre.
- Desalinizzazione dell’acqua di mare.
Per garantire il corretto funzionamento, si consiglia di sostituire i prefiltri ogni sei mesi.
Conclusioni
La scelta tra microfiltrazione, ultrafiltrazione e osmosi inversa dipende dalla specifiche necessità di trattamento dell’acqua.
- La microfiltrazione è principalmente impiegata per eliminare particelle sospese, il cloro e i suoi derivati. Questo processo migliora notevolmente le caratteristiche organolettiche dell’acqua di rete e, trattandosi di un processo di filtrazione, non comporta sprechi d’acqua.
- L’ultrafiltrazione è ideale per rimuovere particelle sospese, batteri, virus e macromolecole organiche. Anche in questo caso, non c’è scarto d’acqua.
- L’osmosi inversa è indispensabile quando si richiede una separazione molto accurata dei soluti, inclusi sali e contaminanti chimici, e la disinfezione da virus e batteri. Può essere utilizzata per rendere leggerissima e purissima l’acqua di rete, ma anche nel processo di potabilizzazione. Tutta l’acqua che non passa attraverso i pori viene scartata. Per quanto riguarda la rimozione dei batteri però, è consigliabile prevedere una pre-disinfezione con lampada UV per evitare che i batteri intasino la membrana (film batterico).
È importante considerare le condizioni specifiche dell’acqua da trattare e dei parametri stabiliti dal Decreto Legislativo 31/2001 al momento di scegliere la tecnologia adatta. Spesso, un sistema di depurazione può prevedere l’impiego, in sequenza, di più di una di queste tecnologie per ottenere il risultato desiderato. Poiché l’acqua è un bene prezioso, è consigliabile consultare esperti affidabili prima di prendere una decisione.
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